Cinzia Di Pietro
Mi sono avvicinata per la prima volta all’arte della tintura e dello shibori nel 2018, durante la partecipazione al corso di Design del tessuto presso l’Accademia di belle Arti di Genova. E’ stato qui che ho sentito parlare per la prima volta di Shibori. In seguito, sempre più colpita e affascinata dalla complessità misteriosa di questa tecnica e dalla filosofia giapponese che l’ha originata, ho ricercato nel panorama internazionale le indicazioni e le ispirazioni proseguendo gli studi come autodidatta e sperimentando creazioni su pezzi di tessuto cuciti e tinti.
In ambito europeo, spiccava Jane Callender, talentuosa artista dello shibori e, sfogliando le immagini dei suoi lavori, ho capito che la tecnica può essere molto più complessa, creativa e soddisfacente del più banale “tie and dye” presente in tanti tutorial in rete. La mia ossessione è sempre stata quella di riuscire a “controllare” il risultato attraverso il processo di creazione, e i suoi lavori me ne davano conferma. Ho acquistato subito il suo magnifico libro, “Stitched Shibori” (www.callishibori.co.uk) e seguendo le istruzioni dettagliate, ho imparato a cucire i primi punti con tecnica migliore.
Ma cercavo di più, qualcosa che avesse a che fare ancor meglio con la spiritualità e con le origini di questa tecnica nella cultura giapponese. Altre ricerche in rete e, finalmente, ho conosciuto Makiko Tokunaga, esperta maestra di Shibori e Sukumo che vive a Tokushima. ( indigoblue4u ). Con lei mi sono addentrata e fatta trasportare nella particolarità della tintura naturale del Sukumo, nel fascino della precisione dei suoi shibori, riconoscendo e apprezzando il Kami e l'amore che lei esprime per questa pratica. Ho voluto strenuamente che diventasse la mia maestra e ho avuto l’occasione di invitarla a Genova per il mio primo vero seminario di shibori e indaco giapponese. Poi, sempre più entusiasta dei risultati ottenuti, nell’estate 2024 l’ho seguita per un seminario residenziale nelle Blue Mountains negli Stati Uniti, organizzato da Aya Fiber Studio di Suzanne Connors ( ayafiberstudio ) un’altra esperta ed eclettica insegnante che svolge la sua attività formativa in Florida. Durante il lungo seminario ho imparato a creare una vasca di Sukumo, l’originale tintura giapponese che dona un blu caldo e profondo, solo con ingredienti naturali, e affinato e imparato nuove tecniche Shibori.
Questa esperienza mi ha permesso di immergermi non solo nelle tecniche di tintura, ma anche nella cultura che le sostiene. Ogni passaggio della mia formazione ha arricchito il mio bagaglio artistico, donandomi una nuova prospettiva sulla bellezza del processo creativo. Guardando al futuro, sono entusiasta di esplorare ulteriormente le potenzialità dello Shibori e del Sukumo, continuando a tessere la mia storia artistica attraverso il rispetto e l'amore per queste tradizioni.
Mi sono avvicinata e ho sperimentato il Mokuhanga, l’antica tecnica di incisione su legno seguendo le lezioni di Asako Hishiki (asakohishiki), che realizza magnifiche stampe su carta washi.
In occasione della mia partecipazione al simposio sull’indaco organizzato da European shibori lovers, a Bordeaux, ho conosciuto altre artiste scoprendo una rete di “sorelle di indaco” sparse per l’Europa che condividono e promuovono questo antico sapere. Cornelia Buttmann-Scholl (conni_shiva), è una di queste, un’artista francese ed è lei che ha fondato l’associazione europeanshiborilovers, alla quale mi sono associata e che seguo con molto interesse.
E poi Marian Gorostizaga ( kokoroindigoculture) dalla Spagna con l’amore assoluto per l’Indaco.
Mademoiselle C, (ateliermademoisellec), che coltiva lei stessa l’indaco e ha scritto un libro sulla preparazione del sukumo.
Sempre a Bordeaux, ho conosciuto Kento Watanabe, ( watanabe_labs) e ho sperimentato la sua tecnica per la costruzione casalinga di un tino di sukumo.
La mia speranza è di poter estendere questa rete anche qui, in Italia, dove questa pratica è quasi sconosciuta. E in particolare a Genova, che ha conosciuto in passato le origini dell’indaco giapponese e che tanto ha, nella storia e nella tradizione, un rapporto privilegiato con il Giappone (vedi il Museo di Arte Orientale E. Chiossone, e il raffinato Istituto di arti orientali Celso ).
Sono certa che nuovi talenti aspettano di condividere il loro lavoro e la loro pratica e non vedo l’ora di unirmi a loro.
Per questo ho creato l’associazione Light Deep Blue, per avere uno spazio anche fisico, qui a Genova, dove incontrarli e sperimentare insieme.